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CAPITOLO CENTO E SESSANTAQUATTRO

LUCIAN

Non avevo smesso di pensare a lui.

Ezra.

Il nome mi ronzava in testa come un filo sciolto che non riuscivo a liberare. Non aiutava il fatto che avessi sognato di lui—uno di quei sogni strani, febbrili, dove nulla aveva senso. Solo lampi di piedi pallidi su pavimenti di marmo, un corridoio ...