




Capitolo 8: Piani per la cena?
- Il punto di vista di Heather
Sono passati alcuni giorni dall'incidente e mi sento ancora tesa, chiedendomi se dovrei scappare o meno. Cami continua a rassicurarmi e Sam ha persino detto che mi lascerebbe stare da lui se ne avessi bisogno. Domani inizio nella nuova scuola, quindi oggi ho deciso di scaricare tutta la mia energia repressa in palestra. Cami ha rifiutato di venire dopo che finalmente sono riuscita a farla correre con me questa mattina, così ho invitato Kurt, che ora è con me. Stavamo camminando verso l'ingresso della palestra quando sento qualcuno urlare verso di me.
"Angelo!"
Mi giro e mi inginocchio mentre Luca corre tra le mie braccia e lo sollevo. Mi abbraccia forte e io ricambio l'abbraccio. Si nasconde nel mio collo, facendomi ridere. Guardo oltre la sua spalla e vedo Leo che corre verso di noi. Sembra senza fiato e si piega, appoggiando le mani sulle ginocchia per prendere fiato. Sorrido, ma continuo a tenere Luca.
"Ehi Alba, ci vediamo dentro." dice Kurt, dandosi una pacca sulla spalla. Gli faccio un cenno mentre entra.
"Ehi Piccolo, come stai?" gli sussurro all'orecchio. Alza la testa e mi sorride luminosamente, facendomi sorridere a mia volta.
"Ora sto meglio. Non sei più tornata." dice con un leggero broncio. Gli sollevo il mento.
"Mi dispiace amico. Che ne dici di questo, ti piacerebbe cenare con me stasera?" I suoi occhi si illuminano e annuisce vigorosamente.
"In realtà, signorina Heather, le dispiacerebbe cenare a casa loro stasera? Luca deve stare a casa stasera, ma sono sicuro che il signor Sanford non avrebbe problemi se venisse." interviene Leo, raddrizzandosi.
"Non voglio-"
"Angelo, per favore?" dice Luca facendomi gli occhi da cucciolo. Non posso dire di no a questo bambino, è troppo adorabile! Sospiro e annuisco. Lui si lancia in avanti e mi abbraccia di nuovo stretto.
"Signorina, se non le dispiace darmi il suo numero di cellulare. Le darò le indicazioni." Mi irrigidisco leggermente prima di guardare Leo. Nota la mia reazione e mi guarda confuso.
"Che ne dici di scrivermelo su un foglio." Annuisce ma sembra esitante. Guardo di nuovo Luca e gli accarezzo la schiena. Ancora non riesco a credere che una madre possa rinunciare a un'occasione con questo ragazzo. Lo sento iniziare a giocare con i miei capelli. Ridacchio sentendolo attorcigliare la mia coda di cavallo con il dito.
"Ecco qui, signorina Heather." Mi porge il foglio e va a prendere Luca che si aggrappa a me. Sorrido e ridacchio guardando Leo. "Luca, la vedrai tra poche ore. Dobbiamo andare."
Sento la resistenza di Luca, ma gli prometto che entro le cinque sarò a casa sua. Annuisce e sospira prima che io lo metta giù. Torna da Leo e gli prende la mano, salutandomi con un cenno prima di continuare.
Entro in palestra e vado direttamente al ring di pugilato dove vedo Kurt che mi aspetta.
È il momento di combattere!
- Il punto di vista di Xavier
"Come fai a non averla trovata!" ruggisco al telefono sulla mia scrivania.
Sono stato sull'orlo di una crisi di nervi per due giorni. Due fottuti giorni! Non è più tornata da quel giorno e non so nulla di nuovo su di lei. Ho cercato di mantenere la calma con Luca, dato che sembrava già ferito. Ero più preoccupato che non si presentasse a scuola domani, quindi ho chiamato più volte la scuola per confermare che non avesse lasciato. Ho cercato di corromperli per ottenere il suo indirizzo o almeno il suo numero di telefono, ma affermano che non ha fornito tali informazioni.
"Signore, non ha avuto nulla a suo nome per 3 mesi, non possiamo-"
Riattacco senza voler sentire altre scuse. Mi passo una mano tra i capelli e sospiro pesantemente. Non posso credere quanto sto pensando a questa donna. L'ho conosciuta per meno di 24 ore e sta occupando più dei miei pensieri di qualsiasi altra donna abbia mai conosciuto. Posso ancora sentire la sua voce malinconica cantare. Riesco ancora a vederla in quel bikini verde. Posso immaginare il suo sorriso radioso o la sua risata intrecciata con quella di mio figlio. Sorrido ricordando come mio figlio sorrideva così tanto a lei.
Improvvisamente lancio un bicchiere contro il muro, guardandolo frantumarsi sul pavimento. Il mio telefono inizia a squillare. Mi avvicino e lo prendo.
"Sanford"
"Buongiorno signor Sanford, volevo farle sapere che stasera avremo un ospite a cena." dice Leo con tono allegro che mi fa aggrottare la fronte.
"Non ti ho dato il permesso di-"
"Papà, sono stato io! Angel ha detto che avrebbe cenato con noi!!" cinguetta mio figlio. Mi fermo bruscamente e mi blocco. L'ha trovata? Sta tornando??
"Figlio, ripeti di nuovo." Rimango immobile volendo confermare ciò che ho sentito.
"Ho visto Angel in città e sono andato da lei e ha detto che le mancavo e voleva cenare con me ma Leo ha detto che avrei dovuto cenare a casa nostra." Sospito e sorrido. Uomo intelligente, Leo.
"Va bene figlio, ci vediamo tra poco." Riattacco il telefono e mi siedo sulla mia sedia, rilassandomi per quella che sembra la prima volta in alcuni giorni. Perché mi comporto così, è solo un'altra donna?
Diavolo, non credo nemmeno più a quel pensiero. Immagino che dovrò ottenere più risposte stasera. Chiamo Theo per venire nel mio ufficio. Mi avvicino alla finestra e ci appoggio una mano, prendendo un respiro profondo.
"Che succede, fratello?" dice Theo entrando e buttandosi su una delle mie sedie.
"Ehi, ho bisogno che vieni a cena stasera." Dico piuttosto che chiedere. Mi stacco dalla finestra e mi avvicino a lui mettendo le mani in tasca.
"Non che mi dispiaccia venire, ma perché l'invito?" dice intrigato.
"La signorina Drake viene. Luca l'ha trovata e l'ha invitata." Cerca di nascondere il sorriso che cresce sul suo volto. Gli lancio uno sguardo severo sperando che stia zitto.
"Come diavolo ha fatto Luca a trovare qualcuno che noi non siamo riusciti a localizzare?" dice trattenendo a stento una risata prima di scoppiare. Lo fulmino con lo sguardo aspettando che finisca.
"Ha detto che era in città quando lui e Leo sono andati stamattina." Dico monotono, il che lo fa ridere ancora di più tenendosi i fianchi. Alla fine si ferma e alza le mani in segno di resa.
"Va bene, amico. A che ora?"
"Essere a casa mia per le 6."
"Va bene, ci vediamo stasera." dice alzandosi per andarsene. "Devo portare qualcosa?"
Scuoto la testa mentre se ne va nel suo ufficio ancora ridacchiando. Idiota... Torno alla mia scrivania cercando di continuare a lavorare, ma ora mi sento come un adolescente ormonale in attesa del suo primo appuntamento. Scuoto la testa cercando di concentrarmi.
Angel, cosa mi stai facendo?