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Capitolo 2

Arrivammo alla prima porta a destra ed Ethan la aprì. "Ho sistemato i ragazzi qui," disse mentre entravamo. C'erano due letti gemelli. Il primo letto aveva una coperta e un cuscino con degli aeroplani. Il secondo letto aveva una coperta e un cuscino con delle macchine e dei camion. Tra i letti c'era un piccolo comodino con una lampada da notte. Le tende dell'unica finestra avevano delle macchine e dei camion. C'era un alto comò sulla parete opposta ai letti. "Qual è il mio letto?" chiese Jace, guardandomi. Prima che potessi rispondere, Ethan disse "Scegli quello che vuoi." E con ciò, i ragazzi lasciarono le mie mani e si diressero subito verso i letti. Jace andò direttamente al letto con gli aeroplani, ci salì sopra e si mise in ginocchio rimbalzando. Jax andò a quello con le macchine e i camion, ci salì sopra e si sdraiò. Ethan rise dietro di me "Bene, sembra che vi piacciano i vostri letti." "Sì. Grazie zio Ethan," dissero all'unisono. "Bene. Ora mostriamo a tua madre la sua stanza." disse Ethan, già dirigendosi verso la porta. I ragazzi saltarono giù dai loro letti e seguimmo Ethan attraverso il corridoio. "Ti ho sistemato qui. Ho pensato che avresti voluto essere vicina ai ragazzi." disse Ethan.

C'era un letto matrimoniale con cuscini viola e una coperta bianca e viola. Accanto c'era un comodino e un comò di fronte al letto. La stanza aveva una grande finestra che dava sul retro della casa con tende bianche con piccoli fiori viola. Guardai Ethan "È molto gentile da parte tua, ma non voglio togliere la stanza a nessuno. I ragazzi e io possiamo stare in un hotel." Per un attimo sembrò confuso, poi disse "Oh, no Merigold, non stai togliendo la stanza a nessuno. Questa è la casa mia e di papà, anche se non ci ho vissuto per un po'. Quando hai accettato di venire qui, ho fatto pulire e sistemare la casa per te e i ragazzi. So che papà avrebbe voluto che restassi qui e lo voglio anch'io." Gli avvolsi le braccia intorno alla vita e lo abbracciai "Grazie, Ethan." dissi. Ethan aprì la porta successiva "Bagno."

Poi andammo all'ultima stanza in fondo al corridoio. Ethan mise la mano sulla maniglia della porta e si fermò. "Questa è la stanza di papà. Era, intendo dire. Non ho fatto molto con essa." Posai la mia mano sulla sua "Può aspettare. Magari lasciami sistemare un po' e poi me la mostri. E possiamo gestirla insieme." Tolse la mano dalla maniglia e annuì in segno di accordo. "Andiamo di sotto e vi mostro il resto della casa."

Tra il soggiorno e la cucina c'era una grande porta scorrevole in vetro che dava sul giardino. Ethan aprì la porta e ci fece cenno di passare. Uscimmo sul portico che dava su un grande giardino recintato. C'erano sedie da giardino disposte in modo casuale intorno al portico. Alla mia sinistra c'era un barbecue in mattoni. Alla destra, alla fine del portico, c'era un focolare in mattoni. Era tutto molto bello e ben curato. Jace mi tirò la mano "Mamma, possiamo giocare?" Gli sorrisi "Certo, andate a giocare." Con ciò, i ragazzi corsero giù per i gradini a tutta velocità verso l'erba.

Ethan si sedette e mi fece cenno di fare lo stesso. Stava guardando i ragazzi con un sorriso sul volto. "Ho pensato che potresti essere stanca dal viaggio, quindi ho pensato di ordinare una pizza per cena. Possiamo sistemare le vostre cose così tu e i ragazzi potrete rilassarvi domani. E possiamo parlare delle cose che dobbiamo fare questa settimana."

"Rilassarsi e mangiare pizza suona benissimo, onestamente. Questo è stato il mio primo viaggio su lunga distanza con i ragazzi. Non mi ero resa conto di quanto potessero essere stancanti, e ci siamo presi il nostro tempo." risposi. "Bene. Voglio che tu sia a tuo agio. Quindi, che pizza vuoi?" disse, tirando fuori il telefono dalla tasca. "Qualsiasi cosa, purché non ci siano acciughe, jalapeños o spinaci," dissi. "Capito. Niente pesce, alghe o spezie. La ordino subito." rise e mise il telefono all'orecchio. Qualche minuto dopo riattaccò "La pizza arriverà tra circa trenta minuti."

Ethan

Mi siedo sulla sedia e guardo il cielo. "Ti ho trovata, papà. E lei è qui proprio come volevamo." Non posso credere che dopo tutti questi anni di ricerca, la mia sorellina sia finalmente qui. Sto guardando i miei nipoti correre nello stesso giardino in cui giocavo da bambino. So che papà avrebbe amato conoscere Merigold e i ragazzi. Ma manterrò la promessa che gli ho fatto. Voleva che Merigold facesse parte della famiglia, e del MC dove avrebbe dovuto essere da sempre. Non posso recuperare il passato che ha perso con noi, ma almeno ora è a casa.

Ora è il mio momento di conoscerla e di conoscere i ragazzi, e per loro di conoscere me. Posso essere un biker rude. Posso infrangere qualche legge. Mi diverto con le ragazze del club. Non sono sempre un bravo ragazzo. Il mio club è la mia vita. Ma la famiglia è tutto. Merigold pensa di essere qui solo per il testamento di papà e per conoscermi. Non credo che abbia intenzione di restare qui permanentemente. Ma farò tutto il possibile per convincerla a restare. Questo posto è sempre stato destinato a essere la sua casa. E questa è sempre stata la sua vita.

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