




Capitolo otto:
ATTENZIONE: Questo capitolo contiene contenuti grafici.
Punto di vista di Ambrosia:
Lei aprì un ampio sentiero e cominciai a sentire un dolore acuto, la mia mano volĂ² alla testa mentre gemetti. Un calore mi attraversĂ² e guardai verso Alley, i suoi occhi vorticarono di bianco e le sorrisi, era tutto ciĂ² che potevo fare in quel momento. "Va bene, seguimi." disse Pythia, guardando oltre la spalla. Sembrava che stessimo camminando da molto tempo prima che finalmente potessi vedere la fine della foresta spinosa, mentre ci facevamo strada il dolore iniziĂ² a diminuire e sentii di poter respirare di nuovo. Appena superammo l'ultimo ostacolo, ci fermammo tutti quando i nostri occhi caddero su una porta nera solida. "Siamo pronti quando lo sei tu." mi rassicurĂ² Alley. "Ricorda cosa ha detto Jackson. Sono solo ricordi e niente puĂ² farti del male." sussurrĂ² Pythia mentre mi stringeva la mano. Non c'era piĂ¹ modo di tornare indietro, spinsi le gambe in avanti finchĂ© la mia mano non si posĂ² sulla maniglia della porta, la girai rapidamente e spalancai la porta su tutti i miei ricordi che erano stati trattenuti da me per secoli.
Quando entrammo, all'inizio non c'era nulla, poi all'improvviso ci trovammo nella mia stanza quando stavo imparando le tradizioni per la prima volta, guardai la versione adolescente di me stessa. Ero molto diversa, ero quasi pelle e ossa. Le mie guance erano infossate e i miei capelli erano unti, la mia attenzione fu catturata dalle urla che provenivano appena fuori dalla mia porta. La me piĂ¹ giovane si rintanĂ² in un angolo della stanza e in qualche modo sapevo cosa stava per accadere.
Trattenni il respiro mentre la porta della mia camera da letto si spalancava e mio padre infuriato si fermava sulla soglia. I suoi occhi rossi e gelidi si posarono sulla versione piĂ¹ giovane di me, mio padre aveva la pelle bianca come il ghiaccio e i capelli neri come il carbone raccolti in una coda. Era costruito largo come un muro di mattoni. "Continui a sfidarmi!" ruggì. "Non ho fatto nulla di male, padre, per favore!" implorĂ² la mia versione piĂ¹ giovane. Mio padre attraversĂ² la stanza a grandi passi e mi afferrĂ² per i capelli, lanciandomi contro il muro e crepandolo. "Quante volte devo dirtelo! Quei bastardi sono i nostri nemici naturali e tu ancora fai amicizia con loro! Ăˆ colpa tua se tuo zio è morto!" ruggì mio padre mentre mi afferrava di nuovo e mi lanciava dall'altra parte della stanza contro il muro. Scivolai giĂ¹ dal muro ma cercai rapidamente di strisciare via. Mio padre corse dietro di me afferrandomi per i capelli e iniziĂ² a trascinarmi fuori dalla stanza. "No! Aspetta! Per favore, no!" piangeva la mia versione piĂ¹ giovane. Sentii le lacrime iniziare a formarsi nei miei occhi mentre guardavo la mia versione piĂ¹ giovane gridare per mia madre che non arrivĂ² mai.
Corsi dietro di loro lungo i corridoi, "I lupi non hanno ucciso lo zio!" urlĂ² la mia versione piĂ¹ giovane. Mio padre si fermĂ² e mi afferrĂ² per la gola prima di sbattermi contro il muro e colpirmi con il pugno al fianco. Sobbalzai quando sentii le mie costole incrinarsi, gridai dal dolore e cercai di liberarmi, ma era inutile. "Lasciala stare!" urlĂ² Xander mentre correva lungo il corridoio. "NO! Stai indietro!" urlai e feci un passo avanti prima che Pythia mi afferrasse per il braccio. "Ăˆ solo un ricordo, non puoi cambiare nulla." sussurrĂ². Guardai indietro giusto in tempo per vedere mio padre dare un forte schiaffo a Xander, mandandolo indietro lungo il corridoio. Mio padre trascinĂ² la mia versione piĂ¹ giovane fino alle celle e fui inorridita da ciĂ² che stavo vedendo. Era una camera di tortura, c'erano diversi strumenti in ogni angolo, un grande pezzo di legno al centro e contro le pareti pendevano diversi dispositivi fatti appositamente per la tortura. Mio padre mi legĂ² a uno dei pezzi di legno e lo guardai mentre prendeva una frusta con chiodi di metallo alle estremitĂ . Sussultai quando capii cosa stava per accadere e non ero sicura di poterlo sopportare.
"Silas basta!" urlĂ² una donna dalla porta. "Zafrina stai fuori da questo." ruggì mio padre. "Non ha fatto nulla di male e lo sai! Tuo fratello è stato ucciso per aver provocato i lupi!" urlĂ² la donna che ora sapevo essere mia madre. PerchĂ© non l'avevo riconosciuta subito? Sembrava diversa dalla donna nei miei ricordi originali. "Tutto perchĂ© vuole fare la puttana con loro! Ăˆ colpa sua!" ruggì mio padre mentre finalmente posava gli occhi su mia madre. "Punisci me invece. Le ho detto io che poteva fare amicizia con loro. Ăˆ colpa mia." disse mia madre raddrizzando la schiena. Il volto di mio padre si indurì e si lanciĂ² verso mia madre. Il mio corpo si irrigidì quando la afferrĂ² per la gola, ma con mia sorpresa lei reagì, anche se senza successo. La afferrĂ² e la sbattĂ© sul tavolo di legno, legandola. Mio padre non esitĂ² a colpirla sulla schiena con la frusta. Le lacrime mi scesero dagli occhi e indietreggiai mentre la mia versione piĂ¹ giovane urlava di fermarsi.
Mia madre non gli diede mai la soddisfazione di mostrare il suo dolore. "Chiudi gli occhi, Ambrosia." grugnì mia madre. "Per favore chiudi gli occhi, figlia mia." sussurrĂ², la sua voce si spezzĂ² ma la mia versione piĂ¹ giovane obbedì e girai il viso piangendo. Ci fu movimento vicino alla porta e lì vidi Xander che si intrufolava e iniziava a slegarmi. Appena i miei piedi toccarono il pavimento, nostro padre era lì. Avvolse le mani intorno al collo di Xander e, per quanto lottasse, era inutile. "Ricorda, tutto questo è colpa di tua sorella." ruggì mio padre. Quando il corpo di Xander si afflosciĂ², mio padre rivolse la sua attenzione verso di me. La mia versione piĂ¹ giovane indietreggiĂ², "Vuoi fare la puttana con quei lupi? Lascia che ti mostri come ti tratteranno." disse mio padre con un sorriso sinistro. Oh dea no. Guardai mio padre avvicinarsi a me e sentii come se non potessi respirare. "No. No! No!" urlai piĂ¹ e piĂ¹ volte, le mie mani volarono alla testa e sentii come se tutto crollasse intorno a me. Cosa mi stava succedendo? Tutto iniziĂ² a diventare sfocato mentre la mia versione piĂ¹ giovane urlava di puro dolore e agonia.
Il mio respiro si fece piĂ¹ rapido e sentii come se il mio cuore fosse stato strappato dal petto. Non riuscivo a riprendere fiato e sentivo Alley e Pythia cercare di attirare la mia attenzione, ma non riuscivo a concentrarmi. Tutto mi colpiva contemporaneamente. Sentii Sage accanto a me e in quel momento persi completamente il controllo e tutto diventĂ² nero.