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Mr. R e la R sta per rigido

Chiusi la porta, guardando attraverso il finestrino vidi Ryan avvicinarsi, l'auto accelerò e smisi di cercare di guardarlo, dopo pochi secondi mi accorsi che non ero sola.

Seduto dall'altra parte del sedile anteriore, nell'oscurità dell'auto, c'era un uomo misterioso in abito e guanti neri con una sigaretta in mano, il tipo di uomo che ti fa battere il cuore e ti fa venire i brividi con un solo sguardo.

Con la sua pelle bianca come la neve e i tratti affilati, emana un'aura di pericolo e mistero che è allo stesso tempo eccitante e spaventosa.

I suoi occhi azzurri sono come due profondi pozzi di ghiaccio, capaci di ipnotizzare chiunque osi guardarli.

Brillano con un'intensità che sembra penetrare l'anima, lasciandomi i brividi e affascinata allo stesso tempo. Non sapevo cosa dire in sua presenza, tossii per il fumo che si stava formando nell'auto, lui spense la sigaretta quando vide il mio disagio e aprì un po' il finestrino per far entrare un po' d'aria.

"Sei ancora più bella di persona! È un peccato che non ci siamo incontrati ieri." ruppe il silenzio.

"Aspetta, sei il signor R.?" dissi scioccata, coprendomi la bocca, era molto più affascinante di quanto immaginassi, i suoi capelli, accuratamente pettinati all'indietro con il gel, aggiungevano un tocco di eleganza e fascino al suo aspetto già impressionante.

Ogni ciocca sembrava essere al posto giusto, come se fosse appena uscito dalla copertina di una rivista. Ma è la sua espressione seria e intimidatoria che davvero mi toglieva il fiato.

"È un grande piacere, Deborah, mi dispiace di essere venuto al tuo lavoro inaspettatamente, spero che tu non sia occupata, che ne dici di fare una passeggiata?"

"Mi piacerebbe! ma non ricordo di averti detto dove lavoravo..." mi guardò negli occhi con intensità.

"Quando qualcuno mi interessa, mi piace tenermi informato su di lui, è una questione di sicurezza... mi capisci, vero?"

"Certo..." risposi intrigata, c'è qualcosa in lui che mi fa sentire piccola e vulnerabile, ma allo stesso tempo risveglia un desiderio ardente di sfidare le sue aspettative e scoprire cosa si nasconde dietro la facciata fredda e lo sguardo feroce.

"E allora, Deborah"

Versò due bicchieri di vino e me ne porse uno, le nostre dita si toccarono e una scintilla attraversò tutto il mio corpo.

"Perché non sei venuta a incontrarci?" soffocai quando sentii la domanda e iniziai a tossire.

"Stai bene?"

"Sì, sto bene, non preoccuparti." bevvi un po' di vino con un sorriso imbarazzato.

"Ho avuto un imprevisto, mi dispiace di non essere venuta a incontrarti." Mi guardò dall'alto in basso e si appoggiò al divano della limousine.

"C'è stato anche un imprevisto quando non hai risposto alle mie chiamate?" le mie guance bruciavano di imbarazzo.

"Ero imbarazzata di non aver mancato il nostro incontro, non sapevo cosa dire..."

"Sai, Deborah, non mi piace che la gente mi faccia aspettare. e tanto meno farmi pregare... di solito sono gli altri a pregare in mia presenza." prese un sorso di vino e mi guardò di nuovo.

"Ma c'è qualcosa in te che mi affascina... Ho provato attrazione per diverse donne, ma nessuna di loro mi ha affascinato, all'inizio era un gioco divertente ma dopo un po' mi faceva perdere la pazienza." Il mio cuore batteva al ritmo di ogni parola che usciva dalla sua bocca. È pericoloso, senza dubbio. Ma è proprio questa pericolosità che lo rende così irresistibile, così impossibile da resistere.

"Ma c'è qualcosa in te che mi fa voler essere insistente... Voglio scoprire cosa c'è in te che mi fa sentire così, cosa mi dici? Mi aiuterai a scoprirlo!?"

Ero completamente incapace di distogliere lo sguardo da lui, ricordai Ryan, lasciandomi completamente alla sua mercé, questa volta potevo prendere il controllo e farlo a modo mio senza paura di essere rifiutata.

Bevvi tutto il bicchiere di vino, mi alzai e mi sedetti sulle ginocchia del signor R., che alzò un sopracciglio, aspettando che esitassi nelle mie azioni.

"Se mi aiuti, ti aiuterò!" Sorrise di lato, il primo sorriso da quando mi aveva visto.

"Diretta e coraggiosa... Mi piace."

Con calma sbottonò la mia camicetta, ancora mettendomi alla prova, immaginando che a un certo punto gli avrei detto di fermarsi, poi sganciò il mio reggiseno e lo tolse, guardandomi negli occhi.

"Togliti la gonna!" La sua voce era fredda e allo stesso tempo calda, sentivo un misto di vergogna ed eccitazione. Mi alzai e tolsi la gonna mentre lui mi osservava molto attentamente. E per dimostrare che non avrei esitato, tolsi anche le mutandine. Lui sorrise pienamente, come se avessi superato un test.

Mi porse la mano, la presi, mi tirò sul sedile della limousine, che era più grande di quanto sembrasse, mi sdraiò, iniziò a far scorrere la mano sul mio corpo, ammirandolo, come se stesse toccando un'opera d'arte, ero la sua esposizione privata.

Iniziò a togliersi i vestiti, era ancora più bello senza di essi, al punto da lasciarmi senza fiato, come una statua di marmo ma molto meglio, aveva il petto e le braccia coperte di tatuaggi, aveva un aspetto selvaggio, come se fossi un dolce caldo e lui fosse affamato, ero già calda e pulsante di anticipazione.

Salì sopra di me, come se fossi sua senza dubbio, iniziò a mangiarmi, ogni tocco mi faceva sentire come se stessi peccando perché era così buono, quando lo sentii penetrarmi un forte gemito uscì dalla mia bocca,

che lo incoraggiò ad aumentare il ritmo e l'intensità.

Non aveva la stessa pazienza di quando parlava, lo faceva con ansia, forza e passione, mi penetrava più a fondo facendomi urlare, ogni mia reazione lo faceva spingere più forte.

"ANCORA!!!! PIÙ FORTE!!!!" il suo movimento insieme al movimento dell'auto rendeva tutto ancora meglio, entrava e usciva con precisione, mi sentivo come se stessi commettendo un crimine, questa doveva essere l'adrenalina di chi fa cose sbagliate, ero così bagnata che rendeva l'ingresso più facile, come un segno scritto benvenuto, la casa è tua ora!

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