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Capitolo 8: Che trucco è questo?!

Capitolo 8: Che trucco è questo?!

Il punto di vista di Maisie:

Non ero esattamente sicura di cosa pensare di tutto quello che stava succedendo. So di meritare una punizione per non aver svolto il mio dovere, ma questa era la prima volta che arrivavano a tanto, a un estremo del genere. Devo aver davvero fatto arrabbiare mia madre per spingerla a far fare al Maestro quello che ha fatto. Beh, immagino che, in fin dei conti, me lo meritassi. Merito sempre quello che mi danno come punizione. So che, anche quando faccio quello che mi dicono, vengo comunque punita se non lo faccio abbastanza velocemente o non come piace a loro. E so anche che, se osassi dire qualcosa al riguardo, dopo mi tratterebbero in modo ancora più severo.

Mentre riflettevo sulla mia punizione, mi chiedevo se avessero addirittura mandato qualcun altro a finire il lavoro. Era quella la persona entrata nella stanza prima che perdessi completamente la percezione di ciò che stava accadendo? L’ultima cosa che ricordo è quanto fosse grande Lui; nella mia mente non c’era alcun dubbio che fosse un uomo molto grande, persino più grande del Maestro. Il suo ringhio era davvero spaventoso, mi ha ringhiato contro e mi ha fatto sobbalzare. Poi, dopo quello, sono svenuta. Questo spiega perché non riesca a ricordare nulla di quello che è successo dopo. Deve aver visto che sobbalzavo al suo ringhio e ha deciso di prendere la situazione nelle sue mani. Probabilmente ha aggiunto una punizione tutta sua, soffocandomi, ed è per questo che non ricordo nient’altro. Non potrebbe essere andata così?

Cercai di concentrarmi su qualcos’altro oltre ai miei pensieri, perché non stavo arrivando da nessuna parte. Dove mi trovo in questo momento, mi chiedevo. Ero davvero sdraiata o ero ancora appesa in aria? Devo dire che era davvero difficile capirlo in quel momento, non sapevo cosa stesse succedendo né dove mi trovassi. Continuai a cercare di capire dove fossi in quel preciso istante e a vedere se riuscivo a percepire cosa o chi ci fosse intorno a me. Mentre cercavo di concentrarmi, credevo di essere effettivamente sdraiata. Se era così, allora chi mi aveva spostata lì? Il Maestro Kyle non era il tipo da sdraiarmi con gentilezza, ma avrebbe aspettato che mi svegliassi nella stessa posizione in cui mi aveva lasciata, prima di farmi sapere che mi stava spostando. Sono sicura che non sia stata mia madre, perché non è abbastanza alta da raggiungere i legacci a cui ero legata. Questo poteva significare solo che ero stata spostata dall’uomo che era entrato nella stanza, ma perché avrebbe voluto spostarmi da qualche parte?

Ricordo quante volte mi svegliavo di solito nella stessa posizione che ricordavo per ultima. Era un altro tipo di trucco che mia madre o il Maestro Kyle stavano cercando di giocarmi? O, peggio ancora, poteva essere parte di un nuovo piano ideato da questo nuovo uomo grande e spaventoso, ed era proprio per questo che era stato chiamato a partecipare alla mia punizione? Era tutto opera sua, un qualche tipo di trucco per punirmi in un modo nuovo? Comunque fosse, continuavo a cercare di capire dove mi trovassi.

Pensai che almeno potevo provare ad aprire gli occhi. Beh, non funzionò. Perché non riuscivo ad aprire gli occhi? Prima ci ero sempre riuscita quando volevo. Certo, mi era capitato di avere gli occhi così gonfi da non riuscire ad aprirli, ma anche allora riuscivo a socchiuderli appena. Questa volta, però, era diverso. Non riuscivo ad aprirli affatto, nemmeno per sbirciare. Quando cercavo di guardarmi intorno e muovere la testa, era come se tutto fosse nero intorno a me, o forse era perché i miei occhi erano ancora chiusi? Provai a muovere le braccia per vedere se fossero posizionate sopra di me, ma non riuscivo nemmeno a sentire se le braccia fossero lì o meno. Aspetta, ero morta?!

Proprio in quel momento, mentre continuavo a cercare di guardarmi attorno in quello spazio nero che mi circondava, notai un rumore che continuavo a sentire e che diventava sempre più forte man mano che mi concentravo su di esso. In un certo senso, sembrava quasi che più pensavo a tutto quello che stava succedendo, più quel rumore accelerasse. Che cos’era quel rumore che sentivo? Oppure non stavo sentendo proprio nulla? Non avevo mai sentito nulla di simile prima d’ora, quindi cosa poteva significare? Aspetta, poteva essere un’altra forma di punizione ideata da quel nuovo grande uomo spaventoso? La mia punizione non era ancora finita, anche dopo tutto quello che avevo già passato? Cos’altro avevano intenzione di farmi? Tutto quello che avevo fatto era stato essere incolpata per una sedia rotta, beh, il fatto che fosse la sedia dell’Alpha. Quella sedia significava davvero così tanto per lui, al punto da punirmi in questo modo?!

Cercai di aprire gli occhi di nuovo e, all’improvviso, si spalancarono entrambi. C’era una luce molto intensa che mi bruciava gli occhi come fuoco. Dovetti richiuderli con la stessa rapidità con cui li avevo aperti. Dovevo lasciarli riposare un po’ prima di provare a riaprirli. Non ero consapevole di poterli aprire in quel modo, perché quando venivo punita in passato, avevo sempre difficoltà a vedere dopo. Cos’era quella luce così intensa che avevo visto? La stanza in cui mi trovavo, giù nella segreta, era molto buia, quindi dove mi trovavo esattamente se c’era tutta questa luce? Devo dire che avevo un sacco di pensieri diversi che mi attraversavano la mente, riguardo a possibili motivi per cui tutto questo stesse accadendo. Nulla di ciò che sapevo mi aiutava a trovare una risposta.

Dopo essermi assicurata che il dolore agli occhi fosse passato, provai a riaprirli. Questa volta, li socchiusi appena per capire da dove venisse quella luce intensa. Quando finalmente riuscii a spalancarli un po’ di più, notai che non ero in una stanza buia come prima. Questa stanza era molto più luminosa e decisamente più bella delle altre stanze in cui mi era permesso entrare al castello del branco. Dove mi trovo esattamente in questo momento? Mentre cercavo di guardarmi attorno nella stanza, iniziai ad aprire gli occhi sempre di più. Stavo cercando di vedere tutto ciò che mi circondava. Potevo distinguere pareti di colori che non avevo mai visto prima. Era come se fossi in una stanza molto grande, in un luogo in cui non ero mai stata. Una domanda che continuava a tornarmi in mente era: a chi apparteneva questo posto? Non mi era mai stato permesso di entrare in una stanza così bella.

Mentre continuavo a guardare la stanza, iniziai a sentire un po’ di sensibilità nelle braccia e nelle gambe. Avrei preferito di no. Le braccia e le gambe mi facevano davvero, davvero male. Molto più male di quanto ricordassi di aver mai provato, e sono abituata a sentire molto dolore. Era forse anche questo parte della nuova punizione di quell’uomo spaventoso? In quel momento, avrei voluto sapere chi fosse, così da sapere come riferirmi a lui, invece di chiamarlo il grande uomo spaventoso. Se mai lo avessi chiamato così apertamente, sono sicura che mi avrebbe colpita e buttata a terra. Dovrei alzarmi o raggomitolarmi in una palla a quel punto? Di certo non sapevo cosa fare se fossi stata in sua presenza, perché ricordo che l’ultima volta che l’ho visto, mi ha ringhiato contro.

A quel punto, ero spaventata dai miei stessi pensieri. Provai a girarmi e scoprii che non ci riuscivo. Tuttavia, questa volta non era perché non potevo muovermi a causa del dolore o altro. Era perché qualcosa non mi permetteva di girarmi. Provai allora a girare il collo per vedere cosa fosse. Il collo mi faceva molto male quando lo muovevo. Fu allora che notai diversi strani fili che partivano dalle mie braccia e da sotto l’indumento che indossavo. Cos’era quello che indossavo, comunque? Non avevo mai visto nulla di simile prima. Dove erano i vestiti che avevo addosso prima, e la mia biancheria? I miei vestiti erano vecchi e pieni di buchi, ma erano comunque miei, perché nessuno li voleva. Questo indumento era come indossare una scatola rigida, duro e stiff con l’amido.

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