Capitolo 2 Sei bagnato
Christopher entrò con passo sicuro, la figura slanciata avvolta in un abito scuro su misura, incarnando alla perfezione l'immagine del CEO raffinato, non certo quella di un playboy appena sceso dal letto di un'altra donna. Ci lanciò un'occhiata torva, visibilmente contrariato.
Abbozzai un sorriso. "Sei già tornato? E questo completo nuovo?"
Si tolse la giacca con aria indifferente e la appese. "Mi hanno rovesciato qualcosa addosso alla festa, ieri sera. Ho dovuto portare l'abito in tintoria."
Poi si voltò verso Evelyn, che restava impacciata in piedi. "Cosa ci fai qui?"
Davvero? Non sapeva cosa avesse combinato Evelyn, o stava solo recitando una parte per me?
"Christopher," protestò Evelyn, facendo il broncio e mostrando il segno rosso sulla guancia. "Volevo solo vedere come stava Hope, ma è impazzita di gelosia e mi ha mollato uno schiaffo quando ha scoperto che eri con me ieri sera!"
Lo faceva sembrare come se fossi io il cattivo qui.
Per un attimo, negli occhi di Christopher balenò la confusione, poi la rimproverò con tono pacato: "Smettila di dire sciocchezze. Se ti prendessi più cura di te stessa, non avrei dovuto restare con te tutta la notte."
Si voltò verso di me, quasi scusandosi: "Scusa, Hope. Mi sono dimenticato di dirtelo ieri sera."
Non una parola sullo schiaffo. Lo osservai, metà del volto immerso nell'ombra, e capii che non l'avevo mai compreso davvero.
Indicai i cocci sparsi sul pavimento. "Evelyn mi ha consegnato i documenti per il divorzio. Vuoi spiegarmi? È stata una tua decisione?"
Christopher parve davvero sconvolto. "Hope, non ho mai voluto il divorzio!" Tuonò verso le guardie: "Portate via Evelyn e non fatela più entrare!"
Il tono e l'espressione erano impeccabili. Si avvicinò per abbracciarmi, ma mi tirai indietro d'istinto. L'idea che fosse stato con Evelyn la notte prima mi faceva stare male.
Christopher si fermò, poi cercò di rassicurarmi. "Evelyn non è stabile di testa. Non dare retta a quello che dice. Sono rimasto con lei solo perché si è appena separata e aveva bisogno di sostegno."
Quindi quella collana di diamanti era un regalo di divorzio per Evelyn, non certo il mio regalo di anniversario.
I pensieri mi sfuggirono dalle labbra.
Christopher mi baciò la fronte con noncuranza. "Colpa mia, mi sono dimenticato del nostro anniversario. Dimmi cosa desideri, e te lo procurerò."
Gli rivolsi un sorriso dolce. "Non hai comprato quella collana di diamanti che adoro? È su tutti i giornali! Tutti ti fanno i complimenti. Dove è? Fammi vedere."
"Hope," rispose tranquillo, "quella collana era destinata a un evento di beneficenza aziendale. L'ho già consegnata agli organizzatori."
Il mio sorriso vacillò appena. "Davvero?"
"Sì, ma quei marchi che ti piacciono hanno appena lanciato dei nuovi pezzi. Faccio portare qualcosa dal mio assistente domani."
"Voglio solo quella collana."
Decisi di concedergli un'altra possibilità. Il video che Evelyn mi aveva inviato era chiaramente pensato per seminare zizzania. Il volto dell'uomo non si vedeva, e Christopher aveva detto di aver dovuto cambiarsi per via di quella macchia. Forse Evelyn aveva orchestrato tutto, facendo indossare a un altro uomo i vestiti di Christopher per trarmi in inganno.
Christopher rimase in silenzio per un attimo, poi disse: "Domani mi informerò, ma recuperare un oggetto già donato non è affatto semplice."
Non potevo insistere oltre. "Va bene."
Dopo la doccia, a letto, guardai l'orologio: erano già passate le tre di notte.
Il corpo caldo di Christopher si strinse al mio, le sue labbra lasciando baci ardenti dal collo lungo la schiena.
"Hope," mormorò, la sua voce bassa e piena di desiderio. Il suo respiro sulla mia pelle mi fece rabbrividire. Prima che potessi rispondere, la sua mano scivolò sotto la mia camicia da notte di seta, accarezzando e provocando.
"Fermati," sussurrai, ma Christopher aveva sempre il controllo a letto. Sollevò la mia camicia da notte, la bocca trovò il mio seno, la lingua sfiorò il capezzolo. Stavo per cedere al suo tocco, ma dovevo resistere.
"Non stanotte," riuscii a dire, le mie parole un sussurro.
"Eh?" La sua mano continuò a esplorare, le dita trovando il mio punto più sensibile. Non si fermò, neppure mentre sussurrava contro la mia pelle. "Il tuo corpo mi desidera," disse, mostrandomi le dita brillanti nella penombra. "Sei bagnata fradicia."
Imbarazzata, voltai la testa dall'altra parte, ma lui sorrise con malizia e mi baciò ancora.
"Ho un dolore allo stomaco," dissi, cercando di scostarlo con delicatezza.
Christopher si fermò. "È qualcosa di serio? Magari Donna potrebbe accompagnarti dal medico domani."
"Ci sono già andata stamattina."
"Cosa ha detto il dottore?"
Esitai. Il dottore mi aveva detto che ero incinta di poco più di un mese. Il dolore era causato da un battito cardiaco fetale irregolare, che poteva essere il segnale di un rischio di aborto spontaneo. Avevo bisogno di farmaci.
Scoprire di essere incinta nel nostro anniversario sarebbe dovuto essere il miglior regalo. Avevo il test di gravidanza in tasca, pronta a fare una sorpresa a Christopher durante la cena. Ma ora, quell'occasione mi era sfuggita.
"Il dottore ha detto..."



































































































































































































































































































































































































































































































